Ieri ho visto un’intervista di Fabio Fazio a Richard Gere, andata in onda domenica scorsa. Parliamo di un attore famosissimo che quasi alla soglia dei settant’anni ha fascino da vendere a molti altri. Ma non è di questo che voglio parlare. Mi interessava sentire ciò che aveva da dire un uomo che pratica buddismo da molti anni, particolarmente vicino al Dali Lama e, cosa che non sapevo, sostiene da molti anni Survival International. Si tratta di un’organizzazione che difende i diritti umani dei popoli indigeni e tribali nonché il loro habitat da qualsiasi forma di persecuzione o razzismo. Mi sembrano ottimi motivi per rimanere ad ascoltare quanto ha da rispondere alle domande di Fazio.
Rispetto agli attentati di Parigi dice che i cattivi sono pur sempre persone e che si possono redimere, e che noi, ipoteticamente buoni, dovremmo saperli perdonare. A questo punto cita concetti di un certo peso quali la compassione e l'empatia. La prima è un sentimento di sofferta partecipazione ai mali altrui, mentre la seconda è il processo psicologico per cui ci si identifica con un'altra persona riuscendo a condividerne le emozioni. Qui metto in pausa il video e mi fermo a riflettere.
Penso che se ogni essere umano possedesse queste che hanno tutta l'aria di essere delle virtù degne di santificazione, beh allora vivremmo su un pianeta che non è l'attuale. Se parliamo di perdono allora diventa ancor più difficile quando si devono fare i conti con un amico o un familiare perso a causa di una furia omicida all'apparenza senza spiegazione. Però penso che se un buddista praticante come lui, parla in questi termini probabilmente si tratta solo di esercizio, meditazione, concentrazione e alla fine si può arrivare ad essere, se non all'apice della perfezione, almeno degno di continuare ad occupare un posto su questa terra.
A questo punto avrei voglia di togliermi tanti dubbi ed invece mi tocca subire l'accostamento di due fotografie, il Dalai Lama e il Papa, e la necessaria domanda di Fazio su cosa possano avere in comune i due.
Richard, costretto a rispondere, dice che senz'altro vogliono entrambi la felicità degli altri prima che la propria, anzi in realtà non parlano per loro stessi perché non sono degli egocentrici. Alla voce egocentrismo il dizionario mi risponde: "Tendenza a porre se stessi al centro di tutto, subordinando ogni cosa al proprio interesse personale, alla propria volontà e ambizione" praticamente i cardini su cui è fondata l'esistenza di gran parte dell'umanità.
Forse qualcuno penserà che esagero, però subito dopo Fazio diffonde la foto di Richard acconciato da barbone per un film e lui ammette che in 45 minuti in cui era circondato da tantissime persone, nessuno lo ha riconosciuto, neanche degnato di uno sguardo più approfondito. Insomma ce n'è da fare tra meditazione, riflessione, lavoro su noi stessi per migliorarci e rendere questo un posto migliore dove vivere.
Però su web l'abbiamo degnato ben più che di qualche occhiata visto che la foto ha ottenuto 85 milioni di visualizzazioni. Forse su in rete la bontà per esprimersi non ha bisogno di laboriosi processi mentali, scorre veloce e senza intoppi. Qualche click e siamo tutti assolti, almeno secondo la nostra personale coscienza, perché il buon Dio potrebbe non essere del tutto d'accordo.
Ma Gere, l'affascinante Richard, dice che lui i social non li frequenta ed io mi chiedo perché un uomo di tali vedute si debba tenere tutto questo sapere per sé. Forse ancora non sa che i click sono più miracolosi di qualsiasi insegnamento parlato.
Alla fine di tutto penso che è una bella persona, in tutti i sensi e con un click stoppo il video.
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