Il testo contiene spoiler
Un altro film on the road. Un altro viaggio verso la scoperta di un nuovo sé stesso, verso una nuova identità sessuale e non solo. Deve anche immedesimarsi, suo malgrado, nel suo nuovo ruolo di genitore che non sapeva di essere. Bree, la protagonista, guarda al futuro con la speranza di chi vede avvicinare la concreta possibilità di esprimere veramente sé stessi, di amarsi, di amare realmente, essere felici insomma.
Ma deve fare i conti con un passato che torna, portando i nodi di un amore sbagliato, l’unico amore etero della sua vita. Se nodi possiamo definirli, visto che parliamo di un figlio di cui non conosce nemmeno l’esistenza e che almeno apparentemente rappresenta un ostacolo per il suo nuovo futuro come donna.
Toby, il figlio in crisi di astinenza da droghe e da affetto, avrebbe davvero bisogno di suo padre, anche se questo si rivelasse una donna mancata. La cosa che più stupisce Bree è scoprire di sentire un enorme vuoto nella sua vita, proprio nel momento in cui diventa una lei. Ha conquistato finalmente la sua giusta identità, ma ha perso suo figlio, sconvolto da una pesante verità.
E se due persone che hanno bisogno l’una dell’altra, prima se ne rendono conto e poi si trovano, è davvero festa grande. Perlomeno è così che dovrebbero terminare tutte le storie.
Toby, il figlio inconsapevole rivolto a Bree: “Perché mi hai fatto uscire di galera? Eri venuta a chiedere chi aveva bisogno di aiuto?” Beh, vaff… non ho mai sentito di una Chiesa di trans!”
“Così pensi che io non abbia il diritto di appartenere a una Chiesa?” gli risponde Bree con fermezza. “Il mio corpo forse è in corso d’opera, però la mia anima non lo è di sicuro. Gesù mi ha fatto così per una ragione, perché io soffrissi e rinascessi come ha fatto lui.”
I genitori di Stanley quando lo rivedono dopo la sua trasformazione fisica in Bree: “…senti ci serve solo un po’ di tempo, noi ti amiamo, ma…” Interviene la madre: ”… non ti rispettiamo. Non capirò mai perché mi stai facendo questo!”
Bree esasperato: “Non ti sto facendo niente, ho una disforia di genere. È un disturbo genetico.”
“Non dare la colpa a tuo padre e a me di questo!”
Amareggiato per il comportamento dei genitori, Bree si confida con Toby: “Vorrei soltanto che una volta mi guardassero e vedessero me, tutto qui. Che mi vedessero veramente…”
“Ti trovo sexy Bree, cioè… io credo di vederti” le rivela il ragazzo, lasciandola senza parole.
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