domenica 10 gennaio 2016

L'Epifania le feste ha portato via, speriamo non tutti i sorrisi


Quando arriva il momento di mettere via l’albero di Natale, presepe e addobbi vari, una strana sensazione sembra che abbia il sopravvento sulle abituali emozioni. Un misto di nostalgia e di calma dopo la tempesta, come quando ci si sente molto stremati dopo aver compiuto un’ardua impresa. La quale, in questo caso annovera oltre ad immani fatiche, anche delle vere e proprie gesta eroiche. 

Sì perché non bastano interminabili maratone culinarie a farla da padrone durante lenti movimenti di orologio che scandiscono incontri obbligati. Tutto quello che avviene durante questi incontri fa sì che un gesto da gentile si trasformi in eroico. Un sorriso elargito a chi non si è proprio comportato bene con noi, una stretta di mano a chi ha tradito la nostra fiducia o deluso le nostre aspettative, e se vogliamo osare un atto di ulteriore coraggio: un abbraccio con annesso bacio a chi avevamo depennato dalla ristretta cerchia dei nostri affetti. 

Concedere la nostra presenza il lungo tempo di un cenone suggella l’audacia dell’opera; donare un regalo, frutto dei nostri pensieri e del tempo speso a materializzarli, ci autorizza a ritenerci automaticamente iscritti sulla lista dei buoni di Babbo Natale, sempre che quest’ultimo non decida di cambiare le regole senza preavviso (vedi racconto e post precedente).
Qualcuno potrebbe obiettare che il tutto non è certo condito di sincerità e fa parte del relazionarsi della nostra società, ben carico di apparenze e spesso privo di gesti autentici. E se invece fossimo noi per primi a perdonare eventuali, presunti altrui comportamenti sbagliati, forse anche gli altri lo farebbero con noi. 

Guardare avanti con benevolenza e qualche sorriso in più a chi ci circonda. Saremmo i primi ad avere benefici di questo prendere la vita con filosofia, che esiste anche come definizione nel dizionario: dote di chi considera con obiettiva serenità le cose del mondo.
Potremmo farlo diventare uno dei buoni propositi del nuovo anno: spente le luci delle feste dovremmo accendere le nostre, quelle che siamo in grado di attivare attraverso un sorriso, una parola o un gesto gentile e qualche lamento in meno. Anche il nostro aspetto esteriore ne guadagnerebbe in fascino.

La magia del Natale è quella che ci fa sorridere nonostante i problemi, che ci fa vivere in un’atmosfera carica di luci e buone intenzioni. Credere a Babbo Natale vuol dire anche questo, vedere il buono delle persone, il bello della vita. Non è ingenuità, è solo pura innocenza. 

Dobbiamo crederci ancora, nonostante tutto.

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