Pare che dalle nostre parti parlare di ambiente non rappresenti uno slogan in grado di attirare elettori, i quali forse non sentono la mancanza di politici che dimostrano interesse alla questione.
In netta contrapposizione rispetto ad altri paesi dove persino i leader di partiti storici, abituati ad essere focalizzati sulla propria realtà e piuttosto chiusi alle influenze esterne, comprendono che si rende necessario salvaguardare la salute di chi vorrebbero continuare a governare.
Che si tratti di reale intenzione o mossa strategica necessaria, la realtà è che il leader comunista cinese al congresso del partito ha parlato di ambiente più che di economia, dando luogo ad una svolta senza precedenti che si è resa anche doverosa per le condizioni in cui versa il paese, stremato da anni di politica disinteressata a salvaguardare l’ecosistema.
Città inquinate al punto da non riuscire a vedere l’orizzonte, fiumi intossicati dai veleni e una delle più potenti realtà economiche al mondo che necessariamente deve fare i conti con una crescita economica evidentemente poco attenta a non attentare alla salute dei cittadini.
In verità anche altri leader politici mondiali dovrebbero preoccuparsi di quanto lo sviluppo del loro paese incida sulle possibilità di sopravvivenza del pianeta negli anni, soprattutto se questo paese, come potrebbe essere gli Stati Uniti, rappresenta uno dei maggior divora risorse. Se comincia a preoccuparsene la Cina, seppur costretta dagli eventi, forse dovremmo cominciare a pensare che la questione è davvero urgente.
E l’Italia, in piena campagna elettorale, come si pone di fronte a questo grave problema?
Il punto è che non se ne preoccupa, tanto che gli slogan parlano di ben altro, intrisi di promesse e propositi che più che l’armonia con il mondo circostante inneggiano a sentimenti di contrapposizione, rivalità, esaltazione personale degli stessi leader che li promuovono.
Tanto egocentrismo deconcentra da quanto realmente rappresenta un problema nella realtà e lo smog che uccide ogni giorno o il cemento che annichilisce le bellezze naturalistiche, sono declassati a questioni minori, pronti ad essere condonati per somma gioia degli stessi cittadini che non vedranno modificate le loro abitudini.
Eppure pare che gli italiani si dicano preoccupati dell’inquinamento da plastica in particolare, non è chiaro se ci sia consapevolezza delle conseguenze dello smog sulla salute, e di quanto sia importante ampliare le zone di verde nelle città al fine di salvaguardare la salute psicofisica dei suoi abitanti.
Se i leader non ne hanno fatto cenno nei loro slogan, evidentemente i temi non sono poi così sentiti, o comunque nessuno è disposto a sacrificare nulla della sua sfera privata pur di far affluire ai polmoni e al cuore aria più pura, abbassando di parecchio il rischio di ictus o infarto.
In realtà il nostro è un paese che dovrebbe avere molto a cuore il tema della salvaguardia ambientale, sia per il patrimonio naturalistico che ospitiamo, sia per la fragilità di grandi parti del territorio, interessate da rischio idrogeologico e sismico.
Dovremmo fare molto per proteggere il verde che ci salva dall’acqua e batterci contro il cemento che deturpa quanto di bello rimane, ma siamo disposti a privarci di qualche comodità o opportunità per garantire a noi e alle generazioni future una ben più elevata qualità di vita?
Se nessun politico ha messo in mezzo l’ambiente nei suoi slogan pieni di speranza e ostentato ottimismo, allora la risposta è no. Il tema ambientale era e rimane una questione minoritaria, da trattare nelle ultime pagine del programma di un movimento o da non trattare affatto per tutti gli altri.
Anche se in realtà investire nell’ambiente ha ricadute economiche e occupazionali non di poco conto, quindi non rappresenta solo una questione di salute o di principio per amanti del verde.
Ammetto che mi sarei fatta influenzare da un leader che avesse fatto proprio lo slogan “Vi prometto aria pulita e verde ovunque”, e non sarebbe stata ingenuità o banale credulità.
So bene che sarebbe stato difficile assolvere un tale compito il tempo di un mandato elettorale, considerato l’innato ostruzionismo di chi in questo paese deve essere contro sempre e comunque. Lo avrei votato perché anche il solo parlare di ambiente, sollevare il problema con toni così solenni, sarebbe stata una svolta epocale.
Pulizia dell’aria piuttosto che etnica, verde in ogni luogo invece che ennesimo condono; forse alla fine non se ne sarebbe fatto nulla o quasi, ma le parole hanno il loro valore e sono pur sempre testimonianza di cambiamento anche solo culturale.
Ed è quello di cui abbiamo davvero bisogno.
Nessun commento :
Posta un commento