domenica 5 febbraio 2017

I piaceri della carne uccidono lo spirito


A quanto pare vivere di carne non è salutare e se qualcuno mi sta già additando come puritana, dico che avete esagerato con la malizia. Mentre la maggior parte di chi legge pensa alla carne che sollazza i sensi, io mi riferisco a quella che utilizziamo da altri mammiferi per nutrirci. 

Il perché abbia il potere di buttare il morale a terra, lo spiego partendo da dati oggettivi che ci fanno riflettere su quanto essa sia deleteria per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Come in tutte le questioni è doveroso fare delle distinzioni e questa non è da meno. 

Una carne non vale l’altra e pare proprio che quella più dannosa sia quella bovina o di manzo se ci riferiamo al giovane bue.
Quando si dice più o meno inquinante si intende quanto quella produzione impatta sull’ambiente in termini di utilizzo di risorse e inquinamento di quelle già esistenti. 

Per soddisfare gli appetiti della popolazione mondiale, la parte che se la può permettere, si utilizza molta, moltissima acqua, terra, energia, suolo e si producono sostanze inquinanti con le stesse deiezioni degli allevamenti.

Se analizziamo più a fondo i dati che ci vengono proposti vediamo che anche altri tipi di carne sono inquinanti, seppur in misura nettamente inferiore. E se proprio vogliamo assegnare un trofeo alla categoria più sana, potremmo conferirlo a quella di pollo. 

Diciamo che in ogni caso vincono i piccoli allevamenti, mentre tutto ciò che è prodotto in scala industriale influenza pesantemente la salute di tutto.

Siccome mi piace incrociare i vari articoli e le informazioni che ne derivano, mi sorgono altri dubbi. Se la carne bianca vince, l’uso esagerato e malsano di farmaci e di antibiotici in veterinaria fa fare qualche passo indietro. 

L’Italia veste la maglia nera in Europa per il loro abuso negli allevamenti, nessuno escluso. E dal momento che pure la gente comune li usa come fossero acqua fresca, con o senza il parere del medico, alla fine i batteri sono quelli che hanno più salute di tutti. Anzi a dirla tutta, crescono sempre più forti, alla faccia di chi ci ha speso una vita intera per trovare rimedi per combatterli.

Sembrerebbe che tutti i punti convergano su un’unica conclusione: i vegetariani sono i più virtuosi e di certo un posto in Paradiso se lo guadagnano di diritto. Certo se si azzerano completamente i consumi di carne, la Terra tira un respiro di sollievo e non solo letterale. 

Però se consideriamo che per produrre la sola lattuga è necessaria moltissima acqua, ci potrebbe sorgere il dubbio che allora non dovremmo mangiare proprio nulla per essere in pace con il pianeta. E questa sarebbe la conclusione più giusta in assoluto, ma anche la meno praticabile. Arrivati a questo punto, entra in gioco un po’ di sano buonsenso. 

La parola magica è morigeratezza che in parole povere vuol dire senza eccessi, e volendo proprio andare a dormire con la coscienza a posto, potremmo tradurla in mangiare poco. 

Agire sulle quantità è fondamentale, con la consapevolezza che abbiamo bisogno di pochissimo per vivere bene. Relegando a rare occasioni i cibi notoriamente più dannosi. Mangiando in minor quantità, diminuirebbero sensibilmente anche le sostanze chimiche che ingeriamo con gli alimenti, siano essi farmaci o pesticidi.

Sono d’accordo con la conclusione dell’articolo di cui aggiungo il link, ricominciare dalla sanissima dieta mediterranea è la scelta migliore per la salute fisica e ambientale. 

Carni bianche, pochi latticini (come derivati degli allevamenti anch’essi inquinano), cereali, legumi, verdura, frutta, tutto in piccole quantità. Non sarebbe male cominciare a comportarci come quelli che prendono a cuore le sorti del pianeta che ci ospita. 

Meglio farlo quando ancora possiamo scegliere liberamente.










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