Mi duole dirlo ma queste elezioni americane sono state una vera delusione. Non come qualcuno potrebbe sospettare, per la vittoria di una persona sgradita o per meglio dire dei suoi messaggi inquietanti, piuttosto per la sconfitta di una donna che avrebbe potuto davvero fare la differenza. Non solo perché sarebbe stata la prima donna nella storia alla presidenza degli Stati Uniti, ma perché in grado di contrastare efficacemente il Trump-pensiero: razzista, sessista, discriminatorio, fomentatore di cattivi sentimenti.
Già mi fa riflettere il fatto che dopo otto anni di un presidente di colore, venga votato un candidato appoggiato dal Ku Klux Klan, e leggendo le percentuali di voto da parte degli afroamericani verso il partito democratico, emerge che non sono cambiate rispetto alle precedenti elezioni. Perché gli afroamericani, anzi i neri, giusto per adeguarmi al Trump-pensiero, non hanno deciso di votare in massa la bella signora?
Non è solo questo il dato che mi lascia perplessa. Il voto degli ispanici riesce a stupirmi anche di più. La Clinton prende il 6% in meno di voti di Obama nel 2012, per conto di una parte di popolazione americana che avrebbe dovuto sentirsi seriamente minacciata dalle intimidazioni del miliardario. Allora scatta in me una considerazione quasi automatica, o lui non risulta abbastanza credibile o lei non riesce a convincere, non strappa agli elettori quella fiducia regalatale dal suo avversario su un piatto d’argento, il che è anche più sconfortante.
In realtà il meglio o peggio deve ancora arrivare, il dato che mi avvilisce maggiormente è quello dei giovani votanti, i ragazzi tra i 18 e i 29 anni, in pratica il futuro della nazione. Il 55% di questa fascia l’ha votata, contro il 37% che ha scelto Trump, lungi dall’essere una vittoria schiacciante. Nel 2012 il 60% scelse Obama, ed ecco che è riuscita ad allontanare anche le generazioni in erba da un voto che doveva spingere al cambiamento.
Lei sarebbe stata la presidente che ci avrebbe traghettato verso un’era di scelte importanti, difficili, necessarie, un ecosistema prossimo allo sfacelo e lotte all’ultimo sangue per accaparrarsi le ultime riserve di oro nero. Per riuscire in quest’ardua impresa avrebbe dovuto essere lontana o quanto meno non facilmente influenzabile dai poteri forti, le lobby che contano, coloro che non hanno a cuore tali questioni, quelli che ragionano a suon di dollari.
Avrebbe, inoltre, dovuto essere degna di fiducia, ed invece in pochi le hanno creduto, certo magari poteva anche dirlo che il malore durante la cerimonia al Ground Zero era dovuto alla polmonite. Avrebbe guadagnato parecchi punti, e non sarebbe apparsa come l’ennesimo politico bugiardo. Non ha convinto il suo messaggio, debole e convenzionale, non in grado di contrastare le idee così folli da risultare innovative.
Non è riuscita neanche in un obiettivo quasi scontato, quello di persuadere le stesse donne. Ha preso il 54% di voti femminili, solo il 10% di voti in più di quelli dati all’oltraggioso milionario e poco di meno di quelli ottenuti da Obama nel 2012. La moglie tradita avrebbe potuto fare grandemente di meglio. Forse ha ragione lui quando dice che “quando sei famoso con le donne puoi fare quello che vuoi.” Fortunatamente non vale per tutte.
E ora siamo agli scienziati che si dicono seriamente preoccupati da questa vittoria, e chi non lo sarebbe visto che l’ormai presidente parla dei cambiamenti climatici come “una bufala dei cinesi”.
In che mani ha consegnato il mondo la donna che ha bruciato un’opportunità unica, irripetibile?
Mani che non si sa dove andranno a parare, ed intanto dall’Ansa arrivano notizie sulle persone messe da Trump nel team di transizione dalla vecchia alla nuova presidenza.
In netto contrasto con la sua stessa campagna anticorruzione lo riempie di lobbisti, per capirci meglio proprio coloro che in merito ad una determinata questione dovrebbero prendere decisioni al di sopra di ogni sospetto, ed invece ne hanno vergognosamente le mani in pasta, dando così vita a scandalosi conflitti di interessi. In Italia siamo avvezzi a questo genere di faccende.
Dalla stessa Ansa giungono notizie proprio sui cambiamenti climatici, risulta infatti accertato che hanno modificato l’ecosistema. Ecco magari la distinta avvocatessa avrebbe potuto fare una campagna su quanto la situazione ambientale sia pericolosa, minacciosa per la sopravvivenza umana.
In questo caso però non si sarebbe trattato dell’ennesima bugia e forse per fare politica seriamente non si può peccare di eccessivo realismo.
Intanto la bella signora si ritira dalle scene internazionali con il suo staff deluso e scintillante al seguito, e ci lascia in eredità quattro anni di imprevedibili avvenimenti.
E a me continua a far riflettere il voto di quei giovani che non le hanno dato fiducia, che occasione perduta. Che rabbia.
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