domenica 21 febbraio 2016

A proposito del pacchetto


Una persona che ha letto il mio penultimo post del giorno di San Valentino con annesso racconto, mi ha rivolto un’osservazione. “Hai parlato dell’amore come l’insieme di sesso e sentimento, ma quando una persona per qualche motivo, magari di salute, il sesso non lo può fare, allora vuol dire che non ama?” 

Io ho risposto che la mia considerazione non voleva essere assolutamente discriminatoria nei confronti di chi non può accedere ai piaceri carnali. Ponevo solo l’accento sulla non autenticità del sentimento, quando invece viene fatto passare come veritiero per pura comodità. Riferendomi alle unioni standard, in assenza di problemi o gravi impedimenti. 

Appena possibile mi precipito a verificare sul dizionario altre definizioni del sentimento che fa girare il mondo, in antitesi con quello che lo fa rivoltare: l’odio. E annoto quanto ho tralasciato l’ultima volta. 
L’amore è un sentimento di vivo affetto per una persona e, aggiungo io, qualsiasi essere vivente destinatario delle nostre dolci attenzioni. L’amore per le cose, gli oggetti anche cari, quello lo ritengo di un’altra categoria e non mi dite che “beh ma io la mia macchina la adoro”. 

Questa volta non scriverò un altro post per l’amore verso le cose; posso però dire che lo considero un forte attaccamento che magari riporta la memoria a ricordi piacevoli, vissuti con altri esseri, di qualsiasi specie. A questo punto non tralascio proprio nessuno. Nessuno si deve sentire diverso, anche se nella realtà dei fatti, non può fare determinate cose. 

Ciò vale assolutamente se parliamo di amore, sentimento universale, non esclusivo, esprimibile nelle forme più incredibilmente varie. In presenza di un problema che impedisce di esprimerlo completamente, l’affetto se vivo troverà di certo più di un modo per arrivare all’altro.

L’amore, l’importante è che ci sia, anche in sottofondo, in quanto rappresenta la spinta verso l’evoluzione. Ed è a questo che l’umanità intera deve tendere. 

Il sesso, a questo punto non vorrei commettere altre gaffes, per cui mi affido a qualche riga rubata allo scrittore Cesare Pavese ne “Il mestiere di vivere” per definirlo con un sorriso:

“Il sesso è un incidente: ciò che ne riceviamo è momentaneo e casuale; noi miriamo a qualcosa di più riposto e misterioso di cui il sesso è solo un segno, un simbolo.”


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