Ho sempre pensato che nell’essere umano coesistano due nature del tutto contrapposte, due istinti che predispongono al bene o al male; insomma a quest’umanità divisa tra buoni e cattivi non c’ho mai creduto. In ognuno di noi albergano sentimenti diversi, che possono manifestarsi in maniera prevalente a seconda della diversa educazione, delle esperienze di vita o semplicemente dal contesto in cui ci si trova.
La natura umana è molto complessa e mi è sempre sembrato un po’ riduttivo etichettarla in maniera lapidaria, collocandoci nel settore degli aspiranti al Paradiso piuttosto che ai cattivi da guardare dall’alto della posizione di presunto buono. Non mi risulta che nessuna divinità si sia materializzata tra di noi, per cui ne deduco che siamo difettosi, fallibili e corruttibili. Ognuno di noi nell’interezza dell’umanità.
Siamo quindi in grado di commettere azioni non proprio da puri di cuore se le condizioni ambientali si rivelassero particolarmente sfavorevoli. Però questa è una semplice opinione, anche se basata sulle mie personali esperienze, ma visto che sono difettosa c’è la concreta possibilità che dica una cosa non corrispondente al vero.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un articolo scritto su Le Scienze che mi ha fatto riflettere su quanto, invece, la malvagità sia una normale inclinazione dell’essere umano così come l’essere generosi, sin dalla preistoria. La storia fornisce esempi chiari di questa dualità, e se siamo giunti fino ad oggi ci spiega che la coesistenza di entrambi ci ha salvato dall’estinzione.
In quest’articolo viene descritto un efferato massacro perpetrato su un gruppo di uomini, donne e bambini per opera di un gruppo rivale, allo scopo di appropriarsi dei loro raccolti o della loro posizione nella zona. Ci troviamo a Nataruk in Kenia, 10.000 anni or sono. Al di là delle motivazioni dietro la strage, che comunque hanno a che fare con la sopravvivenza, la modalità con cui sono state uccise queste persone, fa pensare che la malvagità è antica quanto l’uomo.
Ogni giorno le cronache registrano atti di una ferocia tale da farci supporre che chi li compie sia in preda a chissà quale condizionamento o disturbo della personalità. Il più delle volte si sente dire “Chi l’avrebbe mai detto, sembrava una persona normale.” Difficile poter dire “la natura malvagia ha prevalso su quella buona.”
O come spiega Robert Foley, il coautore dello studio sui resti del massacro: …ciò che accadde a Nataruk è l'eco di una violenza forse altrettanto antica di quell'altruismo che ci ha portato a essere una delle specie più cooperative del pianeta.
"Non ho dubbi che essere aggressivi e letali sia inscritto nella nostra biologia, così come lo è saper essere profondamente premurosi e amorevoli.
Molto di ciò che abbiamo capito sulla biologia evolutiva umana suggerisce si tratti di due facce di una stessa medaglia".