domenica 17 gennaio 2016

L'ignoranza è un male invincibile


- Cercate di usare tutti i nuovi termini imparati insieme quest'anno: più cose potete dire, più cose potete pensare; e più cose potete pensare, più siete liberi
- Leggete, quanto più potete. Ma non perché dovete. Leggete perché l'estate vi ispira avventure e sogni, e leggendo vi sentite simili a rondini in volo. Leggete perché è la migliore forma di rivolta che avete.

Queste erano alcune delle cose consigliate dal Prof. Catà nel famoso elenco di esortazioni rivolte ai suoi studenti alle soglie dell’estate scorsa. 
Prima di lui Sofocle nel lontano 400 A.C. diceva che “l’ignoranza è un male invincibile” mentre lo scrittore e umanista francese François Rabelais ben 2000 anni dopo dichiarava che “l’ignoranza è madre di tutti i mali”. 

Io nella mia umile posizione di blogger semi-sconosciuta potrei affermare che acquisire informazioni è il miglior modo per sviluppare uno spirito critico rispetto al contesto in cui viviamo. Il passo successivo potrebbe essere quello di materializzare un pensiero indipendente da qualsiasi influenza esterna, e se la collettività è fortunata quel singolo pensiero sarà talmente carismatico da costringere le altre menti alla riflessione. Così da diventare protagonisti della propria realtà e non subirla da mediocre spettatore il cui unico lascito offerto al prossimo è un banale epitaffio, dimenticato il giorno successivo alla cerimonia funebre.

La conoscenza delle cose, quella che il dizionario definirebbe cultura o istruzione, è così vitale per la mente, eleva i pensieri e ci fa vedere la realtà circostante con occhi diversi. Anche lo sguardo verso sé stessi è differente, si svelano aspetti della nostra personalità inesplorati e magari si aprono davanti a noi scenari del tutto nuovi, diverse opportunità. 

Senza dimenticare che sui libri si leggono tante storie d’amore, d’amicizia, di rapporti interpersonali in genere, che ci fanno riflettere sui sentimenti, le emozioni, i comportamenti degli altri, ma anche sui nostri. Essere critici rispetto al proprio agire è quanto di più difficile si possa riuscire a fare, ma di certo rende i rapporti con il prossimo meno conflittuali. La lettura si rivela davvero preziosa in tal senso.

Visto che in questo post ho esagerato con le citazioni, mi piacerebbe concludere con una del drammaturgo Vittorio Alfieri:

“Leggere, come io  l’intendo, vuol dire profondamente pensare.”

Tutte le citazioni sono tratte dal "Dizionario delle citazioni"- Biblioteca Universale Rizzoli



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