E solo ieri ne sono venuta a conoscenza, del fatto che esistesse un movimento, il World Kindness Movement, nato a Tokyo nel 1988, promotore di una giornata così speciale. Ne sono rimasta piacevolmente colpita, perché pensavo che non si desse tanta importanza ad un certo modo di porsi verso il prossimo: cortese, amabile, garbato, così come suggerisce il dizionario richiamando il termine in questione.
Mi ero quindi messa a riflettere su quanti gesti gentili potessi annoverare, nella giornata che volgeva al termine, che mi conferisse una qualche autorità nello scrivere e dibattere su questo tema. Fin dalla mattina ho salutato con un buongiorno l’autista del pullman che mi avrebbe portato al lavoro. Ho cercato di ascoltare garbatamente le richieste degli altri e di non farli attendere troppo, se in quel momento non stavo facendo nulla di più urgente. Ho dato una risposta ad una persona che mi aveva chiesto di informarmi su un oggetto che indosso e che l’aveva incuriosita. Sono stata contenta di essermi ricordata di farlo e lei ha apprezzato, dal momento che mi ha risposto con un sorriso.
Eh sì la gentilezza richiama gentilezza ed acquieta i malumori. Di questo ne sono assolutamente convinta. Mi sono informata sull’andamento di alcune situazioni che riguardavano delle persone a me vicine, e ho visto che sono state contente del mio interessamento, del fatto che le ho ascoltate. Ho cercato di elargire un sorriso, nonostante negli ultimi giorni non fossi stata in un’eccezionale forma fisica. Potevo fare di meglio, sì certo si può e si deve migliorare. Dovrebbe essere l’obiettivo di ogni essere umano. In ogni caso ero contenta di aver almeno provato a porgere un sole e non una nuvola, attorno a me.
Quindi avevo proprio pensato di dedicare un post a tale evento, ma come spesso succede la mancanza di tempo non mi ha permesso di mettere nero su bianco tutti i pensieri in merito ed ho procrastinato al giorno successivo. Però il giorno dopo che sarebbe oggi, non è un giorno qualunque. In mezzo ci sta un massacro di persone che nulla, ma proprio nulla ha a che vedere con la gentilezza. Sarebbe stato opportuno da parte mia cambiare argomento e parlare dell’orrore di cui è capace l’uomo.
Ed invece ho pensato che fosse necessario calcare la mano sul modo di porci verso gli altri, su quanto sia importante dare il buon esempio. E su come siamo bravi, al contrario, a generare spirali di odio e violenza, a mettere una razza o una religione, in antitesi o in posizione di superiorità rispetto ad un’altra, a depredare interi popoli in nome di presunte civilizzazioni, ad armare le mani di menti più deboli per far prevalere la propria folle idea. E senza la benché minima parvenza di coraggio, armati fino ai denti di vigliaccheria nel nascondere le vere intenzioni: la conquista del potere e il nome dell’onnipresente regista di tali crimini: il dio denaro.
Ed allora cerchiamo di costruire la società evoluta che, almeno a livello cinematografico, siamo in grado di realizzare. Certo un mondo alla Star Trek sembra così lontano, ma si comincia sempre dalle piccole cose.
Un gesto gentile è un eccezionale antidoto alla crudeltà.
Un gesto gentile è un eccezionale antidoto alla crudeltà.
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