Non lo conoscevo personalmente però so che si è tolto la vita, impiccandosi. Era un professore di matematica, insegnante quindi, ed amante dello studio, dal momento che aveva acquisito più di una laurea. Odio parlare al passato di una persona che ha volutamente messo la parola fine alla sua esistenza, mi sembra di assistere impotente ad una perdita inestimabile per l’intera comunità. La nostra vita continua a scorrere normalmente, giorno dopo giorno, anche se quella persona non può più farci dono del suo valore, mai più.
Una mia amica che lo aveva conosciuto, ne è rimasta profondamente dispiaciuta ed io tramite i suoi racconti ho potuto dedicargli queste poche righe. Suo figlio era andato da lui per qualche ripetizione di matematica e si erano accordati per prepararsi ai prossimi test.
In queste circostanze molte sono le voci che circolano per cercare di dare una spiegazione razionale ad un gesto così estremo. È sempre così, la gente si sente in diritto di sentenziare e mettere l’ultima parola su un’intera vita, anche quando la persona non la conosce affatto o quasi.
Il fatto di aver frequentato qualcuno che riveste un ruolo in determinati contesti, come può essere quello scolastico non ci rivela nulla del suo vissuto, delle sue esperienze e ancor più delle sue sofferenze. Eppure circolano le voci, si dice che la causa può dipendere da una vita eccessivamente solitaria o ritirata, o chissà per quale motivo che sembra più plausibile degli altri. Ed invece no, non ci dovremmo sentire autorizzati ad emettere alcun tipo di responso, non su una questione così intima, non quando non conosciamo niente di quell’esistenza.
Credo di aver commesso anch’io l’errore di cercare una spiegazione, ma la notizia mi aveva molto colpito ed è umano che si cerchi di razionalizzare qualcosa che va così tanto fuori dall’ordinario. E poi confidavo nella delicatezza con cui la mia amica avrebbe trattato l’argomento, altrettanto ne era rimasta colpita e dispiaciuta.
Siamo arrivate alla conclusione che una mente così brillante avrebbe avuto bisogno di condizioni e circostanze ben al di sopra di quelle realmente vissute. E non può che sentirsi poco valorizzata in un contesto qual’è quello italiano che di certo non premia i più meritevoli.
Alcune frasi rubate qua e là sembrerebbero confermare quest’amarezza. Sono scoraggiamenti quotidiani che minano una natura già di per sé fragile. Se non si è abbastanza forti si soccombe.
Pare che abbia lasciato un biglietto con su scritto: “Scusate il gesto. Pregate per me.”
Io pregherò per lei Prof ed ancor più per questa comunità che non l’ha saputa comprendere e che lei senza volerlo, ha punito duramente.
Rendendola infinitamente più povera.
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