Il racconto che l’impavida professoressa di italiano aveva assegnato al ragazzo per il suo esame di terza media si intitola “I ribelli della Terra” e chi lo scrive è Carlo Petrini. Mi documento e scopro che è il fondatore dell’associazione Slow Food, un movimento culturale internazionale che pone al centro il cibo, da vivere essenzialmente come un piacere, senza frenesie o corse contro il tempo.
I ribelli della Terra sono coloro che si battono per l’ambiente, per un cibo migliore o semplicemente per non farsi omologare da un sistema che non rispetta le diversità. Perché c’è molto da dover salvaguardare: l’autenticità dei rapporti umani, la consapevolezza del valore delle cose, la necessaria attitudine a non sprecare.
Ma è soprattutto nella parte finale del racconto che sono stata pervasa da un ottimismo che mi sentivo in dovere di condividere con qualcuno.
Voglio riportarla per intero, riassumendola o modificandola mi sembrerebbe di rovinarla.
È una previsione ma anche una grande speranza: i nostri comportamenti possono cambiare, ci costerà davvero poco e potremo indirizzare le nostre vite verso qualcosa di più gratificante, di più allegro e piacevole rispetto a un consumo continuo ed estenuante per tutti, prima di tutto per il pianeta.
Perché tutto questo ottimismo, vi chiederete. Ho riflettuto sul fatto che le situazioni quando diventano estreme portano quasi sempre ad una valutazione che normalmente si tende ad evitare. La situazione da svariati punti di vista si sta esasperando e se anche solo la metà della popolazione del globo arrivasse a quella riflessione e cominciasse a pensare di cambiare alcuni comportamenti, sarebbe meraviglioso. Sarebbe ciò che Carlo Petrini si augura accada. Se invece si continuasse a vivere secondo i parametri attuali, beh avevo premesso che volevo infondere solo ottimismo e quindi non mi addentro in descrizioni di lugubri scenari. Non oggi.
Nel frattempo il ragazzo finisce il suo esame e raggiante come un sole estivo si avvia verso il vagheggiato divertimento. Io spero che almeno per lui tutte queste parole incamerate non siano dei gusci vuoti, ma rappresentino lo stimolo che innesca le tanto da me amate… riflessioni. Solo il tempo mi darà una risposta.
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