mercoledì 15 luglio 2015

Tutti uguali, no tutti diversi


26 giugno 2015. Corte Suprema degli Stati Uniti. La sentenza è di quelle storiche: i matrimoni gay sono stati resi legali in tutti gli stati americani.
Non è una notizia che passa inosservata o che può lasciare indifferenti. Anche solo per il fatto che interessa un paese dalle vaste proporzioni. E quindi il passo verso un’estensione a tutto il pianeta potrebbe o dovrebbe essere breve.
Ogni paese, però, ha degli ostacoli da superare dettati dalle tradizioni, dalla cultura e soprattutto dalla religione. 

L’evoluzione di un popolo presuppone che vengano accettati pienamente fattori che non rientrano negli usi, nelle consuetudini, nei precetti generali a cui ci si deve uniformare ossia a quanto viene considerato nella “norma”. E dal momento che questa deviazione dalla “regola generale” interessa strettamente la relazione affettiva di un individuo e quindi la sua naturale aspirazione ad essere felice, se un popolo fa di tutto per ostacolarla o non si prodiga abbastanza per agevolarla, effettua un percorso inverso rispetto a quello che dovrebbe intraprendere verso il progresso.

Molto si è scritto sulle cause, le origini dell’omosessualità. Si è parlato di condizionamenti dovuti all’ambiente familiare, passando per svariate teorie biologiche, sociali e comportamentali. 
Secondo Freud l’identificazione del bambino con la figura materna come contrapposizione a quella paterna e viceversa, determinerebbe la scelta di un oggetto d’amore maschile piuttosto che femminile.
Un articolo su Le Scienze del 2012 parla di fattori epigenetici cioè che non riguardano i geni ma la loro modalità di espressione. Questi marcatori sesso-specifici prodotti nelle prime fasi di sviluppo dell’embrione regolerebbero la sensibilità delle cellule alle variazioni dei livelli degli ormoni sessuali.

In ogni caso a tutt’oggi la scienza non è riuscita a dare una riposta definitiva ed a proposito cito un passaggio di Wikipedia alla voce “Teorie sulla differenziazione dell’orientamento sessuale”.
Esaminando le teorie proposte per spiegare le cause dell'omosessualità, è evidente l'assenza di un nucleo minimo di dati che riesca ad ottenere il consenso di una maggioranza dei ricercatori. Da questo punto di vista, quindi, è lecito affermare che al momento attuale la "causa" dell'omosessualità non è nota, e che a proposito abbiamo, per ora, unicamente ipotesi.
Questo non vuol dire che sia filosoficamente impossibile arrivare a dare una risposta a questa domanda. Significa solo che, al momento attuale, nessuna teoria eziologica è riuscita a raggiungere il livello minimo di verificabilità richiesto dalla scienza per definire "vera" una teoria.

Forse quando la scienza emetterà un verdetto definitivo sulle cause dell’omosessualità, allora si potrà argomentare più serenamente in merito, in fondo si ha meno paura di ciò che si conosce meglio.
E comunque anche conoscerne le cause non cambia la realtà dei fatti cioè che l’omosessualità fa parte del genere umano e continuerà a farne parte in futuro. 

A questo punto tutti quelli che ancora non riescono a contemplarla come “normale” dovrebbero tirare un sospiro di sollievo. 
Sarebbe come combattere contro chi ha gli occhi verdi, assurdo vero? Nel corso della storia già qualcuno ha fatto di tutto per eliminare presunte deviazioni da quella che considerava la normalità. Il resto è scritto sui libri.

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