domenica 8 aprile 2018

Gli eccessi che posso evitare


Durante i giorni in cui si celebra una festività si tende a mangiare molto più del normale o comunque cibi che abitualmente non vengono considerati nella propria dieta. Non è certo il momento migliore per mettere in atto delle restrizioni o dare seguito ad un buon proposito. 

È però una bella occasione per riflettere sulle quantità di tutto ciò che mettiamo in tavola e sul fatto che il più delle volte esse sono superiori a quanto veramente sia necessario per vivere in salute. Perché spesso la partita o meglio le tante partite delle quali siamo protagonisti più o meno consapevoli e il cui esito ci porta alla felicità o al suo contrario, si giocano sugli eccessi. 

La capacità di misurarsi, di capire quando si sta arrivando al confine che divide l’area della giusta quantità da quella dove ogni limite viene superato, può fare la grande differenza. Spesso nei luoghi dell’abbondanza dove pensiamo di trovare la felicità ci troviamo invece a fare i conti con le conseguenze degli eccessi perpetuati per anni e si deve passare il resto dell’esistenza a rimediare e magari non si ha una vita intera per farlo. 

Una di quelle partite riguarda il come ci alimentiamo, il più delle volte superando quel limite in eccesso, rendendo concrete conseguenze negative per la nostra salute e per quella di tutte le bellezze naturali che ci circondano. Il mangiare più di quanto necessario è inquinante per l’organismo e per la Terra perché per generare e trasportare ogni alimento che trangugiamo si è prodotta una certa quantità di anidride carbonica. 

La quale sta causando i cambiamenti climatici che già sono in atto. Ci sono cibi che sono molto inquinanti ossia per produrre i quali si genera molta anidride carbonica e ad altri gas nocivi, la carne bovina è in cima a questa lista. L’aria inquinata ha necessità di molto ossigeno per essere “purificata” quindi se fossimo così saggi dal salvaguardare gli alberi che popolano il nostro pianeta potremmo salvarci da un clima che cambia irrazionalmente. 

Invece continuiamo a disboscare, a far cadere giù grandi arbusti e con essi la più vivida speranza di riportare la lancetta entro quel confine di giusta misura. Ci sono persone che cercano con tutte le loro forze di combattere questo ripetuto eccedere di atti brutali contro il patrimonio naturale, in particolare in Amazzonia, e stanno pagando con la loro stessa vita. 

In realtà coloro che distruggono la natura che ci circonda lo fanno per rispondere alle necessità di una popolazione mondiale che spinge sul pedale dell’eccesso che a lungo termine è causa di infelicità, anche se al momento dà appagamento. Si mangia troppo, si consuma a dismisura, si usa esageratamente l’automobile. 

Se si parte dalla consapevolezza che ogni bene alimentare e non che viene prodotto corrisponde ad una certa dose di inquinanti dispersi in aria, terra o acqua possiamo anche solo immaginare quanto il nostro stile di vita incida sulla qualità di vita. Gli alberi che ingombrano vanno buttati giù per fare spazio agli allevamenti intensivi che devono rispondere alla domanda globale di carne e questo è solo un esempio. 

Anche il tonno di cui abusiamo in cucina trasforma i mari in terreni di caccia all’interno dei quali intrappolare il maggior numero di pesci che dovranno soddisfare i miliardi di palati che senza quell’ingrediente onnipresente non riescono a vivere. 

Gli adolescenti statunitensi, e in molti paesi europei continuano ad ingrassare e loro sono certo la brutta faccia di una medaglia il cui lato buono, rappresentato dal buonsenso, comincia a dare segni di offuscamento. 

Quello di cibo tra tutti gli eccessi è uno dei più dannosi perché agisce su vari fronti con un effetto a cascata difficile da prevedere. Intanto rifletto sugli altri eccessi che governano la quotidianità. Quando avrei potuto evitare di dire più del necessario o quando ho sbagliato in difetto non pronunciando una parola di conforto. 

Nella nostra costante imperfezione possiamo cercare di aggiustare il tiro e provare a migliorarci, sempre che si abbia la consapevolezza che c’è qualcosa da cambiare. Per il momento posso pensare a quanto le mie esagerazioni, in eccesso o in difetto, incidano su chi o cosa mi circonda.

Dorian Gray direbbe che una vita troppo misurata potrebbe risultare noiosa. Sono certa che se avesse potuto tornare indietro e rinunciare al piacere per salvare l’anima, lo avrebbe fatto. Neanche lui ha avuto la fortuna di vivere due volte.






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