Lo scorso 8 agosto abbiamo esaurito le risorse che la Terra era in grado di offrirci per l’anno 2016, con ben 5 mesi di anticipo dalla fine!
Stiamo divorando piante ed animali, ad una velocità tale da non concedere loro la possibilità di riprodursi, rigenerarsi.
Siamo sempre più numerosi, diversi miliardi, affamati, belligeranti, pretenziosi e per nulla rispettosi, per lo meno non la maggior parte. E la Terra annaspa, in questa costante, interminabile richiesta, come una madre incapace di saziare tutti i propri figli.
Oltre alla insufficienza di risorse, ciò che preoccupa fortemente è il riscaldamento globale e le sue devastanti conseguenze. Sembrano essere due problemi con radici diverse, ma in realtà il denominatore è decisamente comune e si chiama spreco, sia esso alimentare che relativo all’eccessivo sfruttamento di materiali, minerali, combustili.
Sarebbe interessante fare un grafico su come l’uomo si muove sul suo pianeta, di cosa si nutre, cosa sfrutta per vivere, e soprattutto a che velocità fa tutto questo. Ne verrebbe fuori un andamento compulsivo, in cui ripete comportamenti in maniera automatica senza pensare, riflettere sulle conseguenze.
Perché delle conseguenze ci sono eccome e se oggi ci sembra che non sia affatto così, in realtà è proprio vero il contrario, e le future generazioni sono quelle in reale pericolo.
Il grafico di cui sopra, vedrebbe lo stesso abitante del pianeta, in lotta con altri simili per il controllo di quei combustili fossili, il cui sfruttamento sta sfinendo il luogo in cui lui stesso vive. Praticamente alla ricerca spasmodica di autodistruzione. Perfetto caso da manuale psichiatrico.
È vero che i governi dovrebbero mostrare di tenere maggiormente al posto che abitano, ma ciò non alleggerisce la coscienza dei singoli per le loro responsabilità.
Ogni individuo può e deve preoccuparsene, tanto per elevarci un po’ più in alto dell’insignificante rango di miliardesimo abitante del pianeta, di cui nessuno conserverà più un ricordo dopo la morte.
Già se si inizia a riflettere sulle conseguenze dei propri gesti, si rende onore alla presunta intelligenza della nostra natura, se lo si fa tutti insieme, si potrebbe cominciare a pensare che non siamo proprio votati all’autodistruzione.
Proprio nella vita di tutti i giorni possiamo dimostrare di essere degni cittadini del pianeta; la parola d’ordine è sempre una: ridurre al minimo gli sprechi.
La ricerca spasmodica di calore o di fresco negli ambienti chiusi fa sì che i consumi di energia salgano incredibilmente, spesso basta molto molto meno per stare comunque bene. Prediligere il treno come mezzo per gli spostamenti, riduce di gran lunga l’inquinamento atmosferico. Acquistare meno di tutto, meno cibo, meno abiti, far durare più a lungo ciò che già si possiede.
Forse in pochi sanno che l’industria della moda è una delle più inquinanti per l’ambiente e che la carne rossa è uno dei cibi più deleteri con alte percentuali gas ad effetto serra prodotti per il suo allevamento.
Dovremmo poi far sparire dalle nostre tavole i cibi spazzatura, i cosiddetti junk food, cibi dalle calorie vuote che non apportano principi nutritivi, ma sono altamente dannosi sia per la propria salute che per quella dell’ecosistema.
Non dobbiamo vederle come magnanime concessioni fatte al pianeta, visto che i diretti beneficiari saremmo proprio noi, anzi la nostra salute. Vivere in un ambiente inquinato fa ammalare.
La temperatura sta aumentando e se non ci affrettiamo a porre rimedio, la Terra sarà un malato incurabile.
Trovare la cura sarà l’ultimo dei problemi.
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