Rimaneggiando il titolo di un famoso film dei fratelli Coen, ottengo l’istantanea di un paese che sta invecchiando sia demograficamente che concettualmente.
Parlo dell’Italia ovviamente e non sono io a dire che i decessi superano le nascite e l’età media della popolazione continua salire. È l’Istat che attraverso i suoi dati ci fotografa un paese in progressivo invecchiamento e io aggiungo in continuo deterioramento.
Sì perché leggendo il dato secondo cui diminuisce il numero degli immigrati e aumenta quello degli emigrati, mi vien da riflettere che se anche i pochi giovani che popolano questa nazione decidono di andare via, allora la situazione è complessa ed ancor più deprimente di quanto potessi pensare.
La verità è che questo paese langue, nel suo modo di pensare, statico e conservatore. Le idee nuove, giovani e scalpitanti, non vengono sostenute e muoiono ancor prima di esprimere tutto il loro incredibile potenziale. Si spengono quando invece dovrebbero rappresentare il carburante che permette ad un paese di avanzare, procedere rapidamente verso il futuro. Ma qui no, non si scommette, non si osa. Si preferisce percorrere strade già conosciute, sentieri usurati dal tempo e certo, maledettamente comodi. Non si sa mai che cambiando qualcosa nell’ordine delle cose, qualcuno ci rimetta e allora meglio continuare nello stesso identico, malsano modo e così facendo ci guadagna bene il singolo e ci perde la collettività, pesantemente.
E così l’idea giovane, la rivoluzionaria scoperta scientifica o semplicemente un inconsueto modo di pensare, vengono sepolti da una macchina organizzativa, imponente e mal oleata, con passaggi farraginosi, lunghi e costosi. E mi sembra davvero incomprensibile che tutto ciò che per altri paesi costituirebbe una ricchezza da preservare con cura, qui venga considerato un bene da tassare oltre misura.
E un bel giorno accade che il giovane dalle mille idee si senta un incompreso e molli i suoi esaltanti progetti, l’altrettanto giovane ricercatore prossimo ad una scoperta sensazionale decida di far dono di questo tesoro ad un altra ospitale nazione che possa restituirgli la dignità perduta e il coraggioso rivoluzionario del pensiero dopo ore di attese per costosi dazi, arrivi alla conclusione che non è in grado di cambiare un sistema che rema contro di lui in ogni modo possibile e con smisurata forza.
Oggi non è proprio il giorno giusto per innovare e rimanda a domani ogni buon proposito.
Intanto la macchina procede, lenta, costosa e vecchia, sempre più vecchia.
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