Nella escalation terroristica dell’Isis più di una persona si è domandata come mai l’Italia sia rimasta fuori dagli obiettivi prioritari di un’organizzazione che si prefigge di punire gli infedeli, tutti coloro che non accettano un’interpretazione rigida e piuttosto estrema dell’Islam. Secondo questa religione Allah è l’unico Dio e Maometto ne è il messaggero.
Partendo da queste scarne e semplici considerazioni è piuttosto logico pensare che un paese simbolo della cristianità e sede di colui che è considerato il successore di Pietro, il capo della Chiesa di Roma, debba essere visto, da coloro che professano il rigido precetto islamico, come un luogo di perdizione.
Al pari di ciò che la Santa Inquisizione cattolica metteva in atto contro gli eretici, i sovversivi, streghe e stregoni, accusati di essere servi del demonio, contrari ai dogmi dell’ortodossia. Ad ogni eretico bruciato vivo, la religione era messa in salvo, purificata dai tentativi di sacrilegio di chi non rispondeva ai rigorosi canoni cattolici.
I secoli passano e oggi tocca a noi che viviamo nei luoghi con professione di fede cristiana ad essere considerati degli infedeli. Una macchia nella religione altrui che va eliminata per permettere quella purificazione, sempre attuale. Il fatto che ciò non si stia verificando su territorio italiano, pone degli interrogativi. Si potrebbe pensare che i sistemi investigativi e di spionaggio siano talmente efficaci che ogni tentativo viene sventato ancor prima di essere realizzato.
Poco probabile visto che in giro per il mondo di certo saranno stati evitati alcuni attentati, ma per altri non è stato possibile, data l’intrinseca imprevedibilità dei singoli componenti. Insomma in questi casi non si è in grado di anticipare tutto soprattutto se la rete di contatti dell’organizzazione sa come muoversi sul territorio dove vive abitualmente. Ovvietà a parte, allora qual’è il motivo per cui un paese così a rischio come l’Italia sembra essere stato volutamente lasciato fuori dall’azione globale contro gli infedeli?
Leggo una notizia sul Corriere e questo amletico dubbio si scioglie come i ghiacciai di alta montagna. L’ex procuratore antimafia Macrì ci rivela che l’Isis è scesa a patti con la mafia nazionale o sarebbe il caso di dire che quest’ultima ha fiutato un’alleanza plurimilionaria e non se l’è fatta scappare. Una come si rende utile all’altra? Presto detto, la mafia controlla il traffico dei migranti verso l’Europa, perlomeno di quelli che riescono a raggiungere la terraferma dopo aver pagato il loro passaggio a miglior vita. Le due si dividono i proventi.
A questo punto ho la sensazione di essermi persa qualche passaggio, in primo luogo dove è finita la parte religiosa di tutta la faccenda? Anche in questo caso mi viene in mente di nuovo la Santa Inquisizione che confiscava i beni degli eretici, i quali possedimenti non venivano considerati inquinati o impuri, potenza del denaro che sconfigge tutte le diversità.
Nello stesso articolo viene annunciato come Milano sia la nuova capitale della droga, dove si fa il prezzo e qui mi domando cosa ne è stato invece dell’evoluzione culturale di un paese, il nostro, dove persino l’Isis riesce a trovare motivo per frenare la sua azione.
Alla fine di tutte le considerazioni possibili, l’unica che sfida ogni opinione contraria è quella per cui la sola in grado di stare al passo con i tempi è la mafia stessa. Evolve nel modo in cui non ci si aspetterebbe, infrange barriere politiche, religiose, di razza, rivede le sue strategie se necessario.
Da rumorosa attentatrice di macchine, palazzi e vite di ligi uomini di legge, diventa sempre più insondabile, silenziosa e si eleva di livello. Gioca a poker sulle nostre teste senza che ce ne accorgiamo, e mentre il popolo si affanna a nascondere il suo velato razzismo, lei con i “diversi” ci fa affari da nababbi.
Non avrei voluto mai dirlo, ma credo che dovremmo imparare questo vedere oltre, tutto e tutti. Questo opportunismo al servizio dell’illegalità si bea di un progresso culturale che stenta a decollare e dove regna l’ignoranza il più scaltro dei commercianti si arricchisce e molto.
Mi chiedo tra qualche centinaio d’anni quando il denaro potrebbe non farla più da padrone, in una società alla Star Trek, come riuscirebbe a sopravvivere una realtà così camaleontica come la mafia. A quel punto potrebbe essere talmente cambiato il contesto che la circonda che non esisterebbe più alcun appiglio per la sua evoluzione.
A meno che non sfrutti i viaggi spaziali verso pianeti diversi dalla Terra, ormai inabitabile. Ma non è così che va a finire in Star Trek.
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