Nel punto dove l’acqua marina interrompe il proprio rapporto con il resto della sua immensità, si mescola alla terra dando vita a luoghi meravigliosi quali sono le spiagge. Ed è qui che la maggior parte delle persone cerca un contatto con la vastità oceanica, con ciò che consente la vita. Siano esse mete turistiche frequentate o territori ancora inesplorati, conservano un fascino unico in grado di mettere l’essere umano in relazione con la parte più profonda di sé.
In fondo è nell’acqua che prendiamo corpo ed è lei che ci introduce alla vita, se rimaniamo a contemplarla da quel luogo in cui sceglie di fermarsi, decidiamo di ripartire dalle origini. La spiaggia può diventare un territorio magico, di cambiamento, ma anche spietato quando non riesce a fermare l’inquietudine della corrente.
È nostro compito proteggerla, salvaguardarla, è la parte di nostra competenza, quella affidata alla nostra cura. In giro per il mondo l’uomo ha messo in atto una serie di misure per cercare di preservarla, di tenere a bada la forza distruttrice della natura per quanto possibile. Un’energia che erode quotidianamente, che cerca di farsi strada oltre i propri confini privando l’uomo dell’ultima frontiera che lo divide dagli abissi marini.
A tutti noi che non siamo esperti degli interventi da poter mettere in atto in questi casi, avremmo pensato semplicemente ad aggiungere ciò che viene portato via dal mare. Prelevare la sabbia dove ce n’è di più per mantenere l’estensione dove rischierebbe di sparire per sempre lasciando solo i ricordi di un paesaggio irripetibile. In effetti è proprio quanto viene fatto in alcune spiagge in giro per il mondo, a quanto pare è un intervento meno costoso di altri ed è efficace.
A Miami pare sia un processo ormai consolidato con lo spostamento programmato di diversi metri cubi di sabbia che andranno a rimpiazzare quella erosa, e la spiaggia è ancora lì a simboleggiare un intervento dell’uomo provvidenziale. Per una delle rare volte in cui non distruggiamo qualche ecosistema, ci sarebbe da andarne veramente fieri.
Sembrerebbe quasi un finale da favola e invece tocca fare delle distinzioni che, guarda caso e purtroppo, riguardano il nostro paese. Il quale di patrimonio naturalistico ne ha da vendere, ma non pare averne altrettanta cura, anzi spesso lo maltratta o lo trascura al punto che il lavoro sporco di distruggerlo viene lasciato agli agenti atmosferici e al tempo che scorre.
Anche nel caso delle spiagge che spariscono la storia non cambia e si deve assistere dolorosamente alla morte prematura di luoghi bellissimi divorati dalle acque che, invece, il loro compito lo compiono incessantemente ogni singolo giorno che il sole ci concede. Per dovere di cronaca va detto che alcuni interventi sono stati compiuti, peccato che non fossero quelli opportuni tanto che hanno finito per essere controproducenti. Diciamo che la fantasia non ci viene a mancare quando si tratta di gettare colate di cemento dove non si dovrebbe.
A ridosso del mare non sarebbe il luogo più indicato per ergere palazzi e in verità dove si costruiscono barriere insormontabili siano esse case, muraglie o lungomare di asfalto l’acqua distrugge senza pietà e le spiagge anno dopo anno diventano sempre più un ricordo. Però è quello che si fa in Italia, con il tristissimo risultato di chilometri di sabbia divorati dal mare e luoghi incantevoli cancellati per sempre.
Il clima cambia e i diversi paesi si devono adeguare se non vogliono perdere parte del loro territorio. Nel nostro paese si devono modificare, in primo luogo, le cattive abitudini che fanno sperperare denaro senza un vantaggio per la collettività.
Ci piace vantarci di avere posti incantevoli e ne è la prova il turismo internazionale che sceglie l’Italia come meta. Bisognerebbe iniziare a dimostrare che ci teniamo davvero. Quando un pezzo di natura svanisce è una perdita pesantissima per la comunità internazionale, perderla per negligenza, incuria o peggio perché ha prevalso l’interesse personale, è inaccettabile.
Si spera che per tutto questo siano gli italiani a sentirsi più indignati e non solo i turisti.

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