mercoledì 12 luglio 2017

L'immensa soddisfazione di aver raggiunto un traguardo


Quando ho cominciato a ragionare che volevo davvero realizzare qualcosa di concreto per proteggere la natura, istintivamente il mio pensiero è andato a una delle cose che mi piace più fare ossia scrivere. Anche se avevo in mente i protagonisti e in linea generale la storia, la cosa che più mi ha aiutato a concretizzare il mondo di “Quando le foglie scadono” è stato scriverlo. 

Sembra un’ovvietà ma è andata proprio così. Man mano che fissavo le parole sulla pagina bianca, ciò che avrei dovuto scrivere dopo non era altro che una conseguenza. Come se la storia si scrivesse da sola. Ma scrivere un libro rappresenta un progetto veramente impegnativo e il traguardo non sembra mai raggiungibile. 

Soprattutto per il fatto che si svolge in un periodo di tempo molto lungo, anche anni e la vita non è mai così regolare da permettere un andamento lineare. Succedono tanti avvenimenti, a volte tristi, che fanno distogliere dall’obiettivo, che rendono più pessimisti e fanno pensare che forse è un’impresa impossibile. 

Però qualsiasi cosa accada, il pensiero, prima o poi, torna lì, dove tutto si è interrotto. E sapere di essere stati sconfitti ancor prima di provarci, fa sentire piuttosto scontenti di sé. Alla fine la motivazione fa sempre la differenza e non fa desistere, nonostante tutto. È passato qualche anno da quel proponimento di cui ho parlato all’inizio, e tante vicissitudini mi hanno forgiata, ma mai per un attimo ho voluto mollare. 

La tenacia ha dato il suo frutto e ora posso toccare con mano quell’incredibile storia che balenava tra i pensieri in fermento. “Quando le foglie scadono” non è solo il mio libro, ma è un traguardo raggiunto. La dimostrazione che quando si vuole fortemente una cosa la si può ottenere, e parlo soprattutto di qualcosa che dipende solo dalla nostra volontà perché se c’è di mezzo quella altrui allora le possibilità di successo non sono mai certe. 

Anche in questo caso bisogna comunque provarci perché vivere di rimpianti può essere piuttosto avvilente. Tornando a me, mentre la storia si scriveva da sola, io vedevo la sua naturale conclusione sempre più vicina. Avevo creato un mondo, dei personaggi e solo io avevo possibilità di fare in modo che le cose andassero in un certo modo. 

I capitoli però sono andati avanti e la storia si è svolta in quel mondo, esattamente così come avrebbe dovuto. Sembrerebbe quasi che lo scrittore non abbia potere su quanto lui stesso sta scrivendo e in verità quando si vuole che qualche idea brillante illumini, questo accade solo continuando a scrivere. Ho avuto l’impressione che la storia era lì, da qualche parte nell’etere, che attendeva qualche mano che la fissasse sul foglio. 

Potrebbe entrarci qualcosa Prodigiosa, uno dei personaggi più avvincenti del romanzo, e io mi rimetto umilmente al suo volere. Spero che anche il pubblico si senta attratto dai personaggi e vedendo la proiezione di un mondo sull’orlo del disastro ambientale, improbabile ma non impossibile, cominci a riflettere su quanto di più prezioso dobbiamo salvaguardare.

Presenterò a voi tutti questo mondo sabato 15 luglio alle 19.30 a Roma presso il locale Gente di San Lorenzo e mi auguro che anche voi ne rimaniate affascinati e spaventati, esattamente come è successo a me. Ancora prima di scriverlo. 


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