domenica 19 marzo 2017

Tu con leggerezza decidi, io pesantemente subisco


Qualche giorno fa un mio amico di cui non avevo notizie da un po’ mi scrive che ha avuto il morbillo. È stato molto male, addirittura nell’impossibilità di scrivere al cellulare in quanto non vedeva bene. Fin qui nulla di strano se non fosse che la persona di cui sto parlando non si trova più in età scolare e non dovrebbe essere esposto a rischi di questo genere. 

Per il semplice fatto che da anni esiste un vaccino che ci protegge da questa malattia, dalle complicazioni sempre imprevedibili. In realtà dovrei usare il tempo condizionale, perché ciò che in teoria fila piuttosto liscio, nella pratica non sta andando affatto come dovrebbe. 

Stiamo perdendo l’immunità di gregge che salva dalle complicanze di un virus o un batterio anche chi, per problemi di salute, non può vaccinarsi e questo grazie al fatto che la maggior parte della popolazione lo è. Se però la percentuale delle persone immuni scende sotto la soglia del 95% allora comincia ad affacciarsi più di qualche possibilità che i germi possano sopravvivere e ricominciare a banchettare con le nostre povere membra. 

A quanto pare il morbillo è proprio una delle malattie per le quali si stanno registrando aumenti esponenziali dei casi tra la popolazione e questo perché, dati alla mano, già solo nel non lontano 2015 la copertura vaccinale era scesa all’85%, troppo distante dal 95 che ci terrebbe al sicuro. 

Ed anche se il virus del morbillo non è tra quelli per cui è obbligatoria la vaccinazione, ma solo consigliata, bisogna tener presente che ci sono categorie di persone il cui organismo non è in grado di difendersi, per i più svariati motivi. Quindi, anche una malattia in teoria non letale, per alcune persone può diventarlo, per via delle loro difese immunitarie compromesse. 

Se poi parliamo delle vaccinazioni obbligatorie, la gravita delle conseguenze in caso della perdita dell’immunità di gregge, si fa ancora più pesante. In quel caso si avrebbe di nuovo a che fare con nomi più inquietanti e tra questi spicca la devastante poliomielite. 

Non posso dimenticare i racconti di mia madre a proposito delle terribili conseguenze di questo virus. Viene anche chiamata paralisi infantile, perché se riesce ad entrare nel sistema nervoso centrale ne colpisce i neuroni con esiti devastanti. E queste conseguenze sono state sotto i suoi occhi per svariati mesi, dal momento che accompagnava una sua giovane nipote a fare fisioterapia in un ambulatorio che accoglieva molti altri piccoli pazienti. 

Le scene alle quali ha dovuto assistere erano veramente strazianti, con menomazioni che deturpavano il corpo e facevano veramente sperare in un miracolo. Il quale arrivò nel 1950 con la realizzazione del vaccino che diminuì drasticamente i casi, fino alla sua scomparsa nelle zone in cui veniva regolarmente somministrato. Mia madre ne fu felice e nessuno avrebbe mai pensato che molti anni dopo se ne sarebbe parlato come qualcosa di potenzialmente dannoso. 

Il “potenzialmente” ci sta tutto perché un articolo pubblicato sulla rivista Lancet e poi ritirato, privo di qualsiasi riscontro scientifico, ha fatto i suoi bei danni, diffondendo la notizia che i vaccini avrebbero provocato l’autismo. Non si sa per quale motivo, ma accade troppo spesso che i venditori di fumo abbiano più successo dei venditori di cose serie e alla fine la gente o buona parte di essa ci ha creduto. Non solo, nei social network si è riunita in gruppi o comunità dove hanno eretto un muro più duro di quello di Berlino, per non permettere l’ingresso a notizie che sfatassero tale radicata convinzione. 

Ovviamente le uniche informazioni che girano in questi circoli chiusi sono quelle che confermano ciò in cui si crede. Questo fenomeno si chiama esposizione selettiva alle news per usare un termine ancor più moderno, anche se qui di evoluto non c’è proprio nulla. Ancor meno se consideriamo che tale disinformazione la diffonde anche chi dovrebbe essere il paladino della correttezza, e dovrebbe farsi carico della crescita della comunità. Il cosiddetto personaggio pubblico, in alcuni casi anche amministratori della cosa pubblica e lì la curva dell’avvilimento raggiunge il suo punto più basso.

Bisogna invece ribadire che i vaccini prima di essere utilizzati vengono sperimentati per lungo tempo e anche dopo la commercializzazione sono sottoposti a continui controlli da parte delle aziende che li producono.

I ricercatori ormai da anni perdono il sonno alla ricerca di vaccini contro l’Hiv o l’epatite C, virus temibili e pericolosi che una volta penetrati nell’organismo decretano tutto un altro destino, con un finale non certo da film romantico. Perché tante persone perdono il loro tempo a ricercare, visto che il giorno che finalmente riusciranno a realizzarlo, per molte altre non sarà affatto da festeggiare? 

La notizia che circolerà in quei gruppi, riguarderà l’ancor più grave pericolosità di un vaccino che concepito in era moderna sarà intriso di sostanze ancor più elaborate, e quindi ancor più dannose.

Nuovo circolo vizioso e punto accapo. Sarà l’epoca del risveglio dei morti, magari Freddy Mercury che ci ha perso la vita per quel virus, tornerà sotto forma di ispirazione improvvisa per un cantante altrettanto famoso e il titolo del pezzo potrebbe essere: “Per favore, non mi far morire una seconda volta.”





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