È passato giusto un anno da quando ho cominciato quest’incredibile avventura. Un esperimento di cui ovviamente non potevo conoscere l’esito e quindi ancor più intrigante. Stavo per terminare la terza stesura del mio primo libro e mi sono detta che potevo tentare un’altra avventura: scrivere un blog. Certo i dubbi erano tanti, in primo luogo che contenuti offrire e soprattutto a che scopo.
La prima cosa da capire riguardava proprio il blog, un mondo che non conoscevo. È così che funziona quando si dà vita ad un’impresa, di qualsivoglia entità: conoscere bene il campo nel quale si vuole agire, per non andare incontro a inevitabili delusioni. Ho trovato molto materiale a proposito, gente che dava consigli agli aspiranti blogger e molti blog di successo da studiare.
Tutti dicevano di cimentarsi in una materia conosciuta bene e sfruttarla per fare in modo che fosse utile al pubblico. Dare consigli, suggerimenti o quant’altro invogli la gente a cliccare quell’indirizzo per saperne di più.
Poi dando un’occhiata ai blog famosi, quelli con milioni di click, mi sono resa conto che in quei casi era solo una questione di nome altisonante, da spremere fino all’ultima goccia. Ed ecco lì la borsa di marca o la linea autoprodotta da quel nome famoso e ovviamente la spinta pubblicitaria è enorme, le vendite altrettanto.
In questo marasma di dollari e ambizione all’ennesima potenza, cosa potevo offrire io e quale doveva essere il mio obiettivo?
Mi piace scrivere ma questo non bastava. Perché volevo che le persone mi seguissero?
L’affermazione personale non rappresentava una priorità, anche se come appartenente alla categoria degli umani, mi piace cimentarmi in un’impresa che abbia successo, altrui approvazione compresa.
Dopo tanto ragionare ho avuto un’idea illuminante. Ho sempre voluto contribuire alla crescita della società, quindi perché non sfruttare la mia scrittura e la risonanza di una piattaforma come quella di Google?
Ho a cuore il futuro della Terra e quello di un’umanità che si sta perdendo. Mettere la mia competenza di scrittrice a favore di queste due cause, mi è sembrato un nobile scopo.
Credo che tutti possiamo e dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere su questo pianeta e purtroppo il tempo ci sta dimostrando che il nostro stile di vita è incompatibile con la buona salute dell’ecosistema ed è nostro dovere agire nelle nostre possibilità per invertire la rotta.
Stiamo distruggendo la natura nella quale viviamo e pian piano perdiamo quella umana, tra massacri e desiderio di affermazione individuale.
Una società dove non prevalgono valori di solidarietà e rispetto reciproco rappresenta un fertilissimo substrato dove si innescano ulteriori tragedie, in un sanguinoso circolo vizioso. Insomma una società migliore cresce individui migliori ed anche in questo caso è nostro dovere renderla un bel posto dove vivere. Come?
Nel mio caso, dal momento che mi diletto a mettere nero su bianco, non mi rimaneva altro da fare che sfruttare quest’abilità per scrivere di alberi, mari e umane debolezze. Un pit stop nella rete dove fermarsi a riflettere, su quanto ogni nostra azione o omissione influenzi l’equilibrio di ciò che ci circonda.
Obiettivo ambizioso il mio, ma non ancora sufficiente per arrivare ad un prodotto di qualità.
Per fare la differenza in una baraonda di notizie fasulle, giganti bufale e grandi menzogne passate per limpide verità, dovevo offrire un’informazione di qualità, seria, di pubblica utilità e non autoreferenziale.
Ciò sarebbe stato possibile solo verificando la bontà delle notizie che intendo commentare, e accertare che le fonti dalle quali provengono siano attendibili, per esempio utilizzando solo siti autorevoli, di rinomato rigore scientifico. Sembra una banalità, in realtà è un vero lavoro che comporta un dispendio di tempo e fatica. Le cose più belle comportano un sacrificio e l’avevo messo in conto.
A questo punto dovrei essere soddisfatta di quanto realizzato ed invece sento che ancora non basta. Manca la classica ciliegina sulla torta.
Cosa rimarrebbe di tante parole seriose, nobili intenti e caldi inviti alla gentilezza, senza la compagnia di un sorriso, radioso, ammaliante o ammiccante?
Quello che cercherò di strappare tra una profonda riflessione ed un attento ragionamento.
Un invito ad affrontare la vita con serietà, senza prendersi troppo sul serio.
Se riuscirò in quest’ultimo intento, allora potrò aggiungere candeline sulla torta.
Per il momento posso solo essere soddisfatta di festeggiare un anno di vita di questo incredibile, affascinante, avventuroso viaggio senza mezzi di trasporto.