Come promesso annoto qualche riflessione sui compiti assegnati dal Prof. Catà per l’estate appena passata. Sono degni di approfondimento proprio perché non riguardano materie scolastiche in particolare, ma più semplicemente il vivere. Suggerimenti su come affrontare la vita, beneficiando di tutte le cose belle che abbiamo a disposizione. Cose semplici che ci aiutano a raggiungere una dimensione più umana, che perdiamo di vista per inseguire gioie effimere, beni materiali che promettono felicità illusorie.
“Al mattino, qualche volta, andate a camminare sulla riva del mare in totale solitudine: guardate come vi si riflette il sole e, pensando alle cose che più amate nella vita, sentitevi felici.”
Il 1° compito assegnato recita proprio così e non potrebbe esserci persona più felice di me nell’accogliere pienamente un suggerimento così allettante. Già nelle mie precedenti riflessioni ho sottolineato l’importanza di vivere appieno la natura. Stare in sua contemplazione ci riporta in una dimensione lontana dalla vita frenetica e superficiale.
Ci spogliamo della nostra veste quotidiana e restiamo in ascolto del silenzio o di quanto la natura ha da offrirci in quel preciso momento: un cinguettio, l’infrangersi delle onde sulla battigia o il fruscio delle foglie mosse dal vento.
Troppo poco per renderci felici? Secondo me abbastanza per focalizzare la mente su pensieri positivi, sulle piccole cose che scaldano il cuore.
Ognuno di noi ha qualcosa di cui gioire, ce ne dobbiamo convincere. Magari quel qualcosa con gli anni ha perso valore ai nostri occhi e allora perché non sfruttiamo il momento magico per fare di nuovo l’inventario delle cose belle della nostra vita? Sepolte dalla polvere, improvvisamente riacquisteranno valore e ci sentiremo gioiosi di essere in grado di apprezzarle, proprio come auspicava il Prof.
Il sole caldo e avvolgente del mattino farà il resto.