domenica 8 dicembre 2019

Che l'anno è nuovo lo capisci dal numero

Immagine di Tom Hill da Pixabay


Avevo lasciato i miei cari lettori con una promessa più che altro dettata dai dogmi della società moderna, rendermi visibile su una grande vetrina quale è quella di Amazon. Fare in modo di farsi riconoscere anche da un pubblico che non parla l’italiano o almeno non solo. 

Gli estimatori dell’editoria vecchio stile non amano molto queste luccicanti vetrine dove chiunque può attingere per cercare di accaparrare più monetine o più fama che spesso vogliono dire la stessa cosa. Come se la cosa più importante di tutte ossia la lettura, lo studio, l’intellettualità si perdesse in questo gran mare di offerte di dubbia qualità. 

Capisco che l’editore come siamo abituati a vederlo nel nostro immaginario è impersonato da un signore un pò su d’età, magari con grandi possibilità economiche che è spinto a dare vita alla sua idea di attività imprenditoriale solo dalla passione, enorme, irresistibile per le parole, la lettura, per questo incredibile mondo parallelo in cui ognuno di noi che ha capito il suo enorme potere si rifugia appena può. 

Però il mondo grazie alla spinta dei canali sociali tipo Facebook è cambiato e si è proiettati verso un rapido consumo delle necessità, desideri o tutto ciò di cui si ha bisogno, sempre che queste esigenze siano effettivamente reali e non create ad arte da chi ce le deve soddisfare a pagamento. 

In ogni caso si spegne lentamente l’idea del luogo dove vai e con saggia riflessione decidi cosa vuoi acquistare sia esso un libro o un film, ora tutto si muove alla velocità di rete e se non ti adegui sei necessariamente tagliato fuori. Il che non è per forza un male, lo diventa se vuoi essere parte se non addirittura il fautore di un cambiamento. Obiettivo difficilissimo se non sei piuttosto estroverso da balzare da un posto all’altro munito della tua inseparabile fotocamera che immortala ogni memorabile momento. 

Così la piccola Greta saltella da una barca ad una conferenza mondiale con la leggiadria di chi ha compreso cosa deve fare per catturare l’attenzione, se è solo un gioco di esibizione di sé o reale interesse per la questione ambientale non è poi così importante. Nell’imbarazzante scelta di questo panorama multimediale se riesce a catturare più like di una superstar con annessa riflessione sul ghiaccio che è sempre meno esteso è già una grande conquista. 

E se decidesse di tornare a scuola chi prenderebbe il suo posto? Questo lo deciderà il grande mondo che frequenta Internet che non dovrebbe essere tanto diverso dal mondo che frequentiamo nella nostra quotidianità. Vero fino ad un certo punto, perché quella realtà è costituita da tutti coloro che tra le fitte trame di una rete senza confini tirano fuori la loro natura più nascosta e diventano massimi esperti, giudici inflessibili, sentono insomma di avere un potere tra le mani, impossibile anche solo da desiderare nella concreta vita. 

Le recensioni creano punteggi, i like danno vita ad un mito, il numero di visualizzazioni rendono l’idea di chi è influente e, piaccia o meno, di chi conta. Insomma Internet con annessi e connessi è così potente che può spodestare un presidente, creare notizie falsissime, forgiare star di tutti i tipi, far diventare il buono cattivo e viceversa. 

Ma se la rete è così veloce perché il cambiamento non lo è altrettanto? Alla fine non mi sembra che si sia trasformata questa società proiettata verso il distruttivo consumismo, che anzi è diventato ancora più vorace. Il denaro non ha perso la sua importanza, e si è esacerbata l’innata esibizione di sé che ci rende piuttosto cechi rispetto al mondo circostante, quello oltre i confini della propria realtà.  

E allora se si vuole veramente fare la differenza, se si ha un gran desiderio che i prossimi anni siano l’inizio di un rapporto del tutto diverso tra le persone, tra l’uomo e la natura, tra l’uomo e sé stesso, si deve fare i conti con tutte queste realtà veloci. Io che amo la scrittura e la natura devo affrontare il grande colosso commerciale che è Amazon, chi vuole rallentare questa estenuante corsa alla notorietà dovrà diventare importante, che sembra un controsenso e in effetti lo è. 

Perché non sei in grado di destare nessuna coscienza dal basso del tuo divano di casa, ma solo dall’alto di un podio di milioni di fan. La cosa difficile è non restare impigliato nella rete del proprio narcisismo. Altrimenti i buoni propositi si perdono e con loro anche le possibilità di modificare le cose che non vanno. 

A quel punto ogni anno cambia solo di numero e rappresenta solo l’ennesima occasione mancata.



domenica 19 maggio 2019

Cuori di ghiaccio e ghiacci che si sciolgono



Correvo per andare a prendere la metropolitana e nel mio frenetico percorso non c’era nessuno che mi facesse passare, qualcuno pur vedendomi affannata volutamente si metteva di traverso o non facilitava il mio passaggio. Ovviamente sono arrivata troppo tardi e le porte mi si sono chiuse davanti agli occhi, proprio quello che non volevo, rimanere lì con tutti quegli sguardi malevoli a bearsi dell’accaduto. 

Quando sono riuscita ad arrivare nel luogo prestabilito, era buio e ho dovuto cercare le chiavi che pensavo di non avere. Alla fine riesco ad aprire e nella casa tutti devono ancora rientrare, mi sembra il momento perfetto per dedicarmi ad una cosa che non faccio mai: guardare la televisione. Comincio a scorrere i canali e mi si presenta subito davanti la faccia compiaciuta di un uomo che porta i capelli in uno strano modo, sembra quasi indossi un parrucchino sgargiante e non so se potrò credere ad ogni singola parola che pronuncerà da quel momento. 

La mia curiosità mi spinge a non cambiare canale e ciò che mi toccherà ascoltare sembra il copione di un disastro annunciato. Veramente è quello che arrivo a pensare sentendo il tipo che parla senza interruzioni, le sue parole mi sembrano prive di senso logico e volutamente forzate. Dice che non c’è nulla di cui preoccuparsi perché i ghiacci non si stanno sciogliendo. Pura fantasia di scienziati in cerca di un po’ di notorietà, possiamo tranquillamente mantenere lo stile di vita attuale, nessun pericolo. 

Aggiunge che le parole di una bambina non sono ovviamente da prendere sul serio. Credo si riferisse a quel volto che avevo visto su un cartellone pubblicitario la mattina in metro. Non so a chi dare ragione, non so chi ci stia realmente prendendo in giro. Per principio voglio credere alle parole di un bambino, sempre che non sia stato troppo accanto agli adulti. Tutti quei milioni che ora seguono le sue parole come se fosse un profeta a pronunciarle. 

Mi chiedo se quelle persone sappiano che recitare uno slogan in piazza non serve a nessuno, l’unica cosa che non tradisce mai, che non riempie l’etere di inutilità è l’azione. Se credi fai, se parli e non agisci sei l’ennesimo perditempo di cui la società pullula. Sei disposto a modificare il tuo stile di vita? Mentre il tizio continua a inveire contro il cambiamento, a sbraitare contro quelli che boicottano la bistecca, contro gli ostruzionisti del consumismo sfrenato, la bimba fa proseliti, veri o presunti. 

All’improvviso mi ritrovo di nuovo in metro e non ricordo di esserci tornata. Ritrovo quelle facce ostili e a questo punto vorrei incontrare qualcuno di quei manifestanti, perché se sono le stesse persone ho idea che ci sia bisogno dell’intervento di un bravo analista. Non so cosa fare e quando seguo l’unica luce che forse mi riporta in superficie, mi sveglio di colpo. Dopo un sogno di portata mondiale, ti senti quasi importante ma di fatto non ne trai una morale. Non sempre almeno. 

Questa volta era diverso, quei personaggi esistono davvero e la situazione ha motivo di essere discussa, nel bene o nel male. Come mi pongo in questo spartiacque ideologico? Scelgo di seguire la scienza, l’unica che porta dei dati, che sperimenta sul campo, che non strumentalizza, non quella seria. Quindi decido di essere uno di quei manifestanti concreti, voglio essere meno parole e più fatti. 

Chissà se questo blog alla fine non sia contro ciò che aspirerei a  diventare, sono mie riflessioni, ma non vorrei che mi distogliessero dal portare a frutto un obiettivo. In fondo è pieno il mondo di opinionisti, c’è davvero bisogno di un ennesimo punto di vista? Sì se questo proviene da uno scrittore serio, uno che cerca di creare un prodotto da diffondere, per molti motivi, uno di questi potrebbe essere portare il pensiero ad un livello più concreto. 

La società di oggi si basa su prodotti, quindi bisogna stare al passo coi tempi. Un moderno sognatore con un occhio vigile ai repentini cambiamenti, che si avvale degli strumenti che la tecnologia ci propone. È solo un arrivederci, fino alla realizzazione del prossimo obiettivo concreto. 

Sto lavorando sull’uscita di Quando le foglie scadono su Amazon sia come e-book che come libro tradizionale per i nostalgici che amano sfogliare la cara, preziosa carta. Obiettivo successivo è l’uscita di alcuni racconti di supereroi, non i soliti però. Alla mia maniera, come siete abituati a conoscermi, senza spegnere il cervello tra una risata e l’altra. 

Se nel frattempo dovesse capitare qualche articolo interessante, lo porterò alla vostra attenzione, tanto per solleticare l’innata curiosità di ognuno. Perché alla fine se si crede fortemente in qualcosa di sano e costruttivo, è necessario portarlo avanti, la collettività abbonda di perditempo, ha invece dannatamente bisogno di fautori dell’evoluzione, di esseri pragmatici che riportino la società ad un livello vivibile da tutti, umana appunto. Che ognuno dia il suo contributo.


domenica 3 febbraio 2019

Un grazie può cambiare la vita



“Chi accoglie un beneficio con animo grato paga la prima rata del suo debito” disse l’immenso filosofo Seneca che catapulta nel nostro tempo una riflessione davvero importante. 
Ci ricorda che il vivere con animo grato e riconoscente per ogni avvenimento positivo che ci riguarda, è un passo importante per migliorare la qualità di vita propria e altrui. Sembra un concetto molto banale, quasi inutile da ricordare, ma non ai giorni nostri. Se ci si lamenta continuamente, di sicuro non si è ben disposti ad apprezzare ciò che la giornata o ancor meglio la vita ci ha regalato. 

Così facendo si fa in primo luogo un torto a sé stessi visto che diverse ricerche confermano come dimostrare gratitudine faccia bene alla salute. Diminuisce i livelli dell’ormone dello stress con effetti sullo stato di salute in generale, ovviamente anche quella psicologica, e a giovarne sono soprattutto le relazioni con il prossimo. Ed è questo il punto focale della questione ossia rivolgere un grazie alle persone che ci circondano per ciò che hanno fatto per noi o per ciò che realizzano continuamente e che forse noi diamo un po’ troppo per scontato. 

Al lavoro come in famiglia mostrare riconoscenza per un atto compiuto e dal quale traiamo beneficio non è un segnale di poco conto, migliora la qualità delle relazioni e a quanto pare anche la produttività. Sarebbe il caso che se ne rendesse conto chi è capo di una squadra di lavoro, lì dove ci sono persone meritevoli forse è il caso di far sapere quanto uno le apprezzi. Inciderebbe moltissimo sulla motivazione personale e quindi sul servizio reso.

Non ci resta che mettere in pratica tutte le buone intenzioni e verificare quanto ci si senta meglio dopo, mettendo in conto anche qualche sorpresa sul piano dei rapporti interpersonali. Magari qualche cuore duro si scioglie e lì dove vedevamo solo muri invalicabili ne ricaviamo uno spiraglio di luce. Cosa di cui avrebbe tanto bisogno questa società così proiettata su sé stessa. La medesima gentilezza e gratitudine per un atto cortese dovrebbe essere messa in campo proprio nel vivere quotidiano. Nei gesti compiuti con automaticità, fretta e poca attenzione. 

Pensando a quello che mi accade ogni giorno, l’autista del pullman che mi aspetta mentre corro per non perderlo merita di certo la mia riconoscenza, così come la persona che tiene la porta per farmi passare per prima o se la macchina rallenta anche in un punto non adibito al passaggio pedonale. Se in queste situazioni può bastare un semplice “grazie” visto che non abbiamo un livello di conoscenza con le persone che mettono in atto questi gesti gentili nei nostri confronti, diverso è il caso dei colleghi di lavoro o ancora di più per famigliari o amici. 

In questi casi esprimere la gratitudine spiegando in termini più dettagliati cosa di quanto loro fanno ci fa sentire riconoscenti è quantomeno doveroso e lo fa apparire un atto meno formale. In qualsiasi modo decidiamo di essere grati, dobbiamo renderci conto che se per alcuni può essere più facile aprirsi positivamente al mondo esterno, per altri è un’attitudine che va coltivata. 

Impegnarsi ad essere riconoscenti, può sembrare un’enorme forzatura e forse in molti casi lo è, ma i frutti che raccoglieremo successivamente meritano di gran lunga un tale sforzo. E poi non va sottovalutato l’effetto che il nostro cambiamento può avere sulla società intera, perché gesti di gratitudine come quelli citati, possono sembrare piuttosto insignificanti ma non è affatto così. 

Se un nostro comportamento viene apprezzato e ci viene dato atto di questa riconoscenza, ci sentiamo più ben disposti verso il genere umano. Quando pensiamo di vivere in un mondo cinico diventiamo diffidenti e non siamo a nostra volta inclini a compiere atti gentili. 

Un circolo vizioso che può diventare virtuoso se siamo i primi a mettere in atto un cambiamento. Prendiamolo come un atto di volontariato, perché spesso non è necessario compiere chissà quali imprese per sentirsi utili alla collettività e produrre qualcosa di concreto. Un “grazie” ha il potere di abbattere un muro, non mi pare poco per il nostro genere tanto propenso a costruirne. Il grazie può.

P.S.: Non posso quindi fare a meno di ringraziare coloro che mi hanno chiesto notizie del blog, visto che pubblico con molta meno frequenza rispetto al passato. Vi prometto che cercherò di essere più presente, mi fa piacere che continuiate a seguirmi. Spero di non deludervi e di nuovo…grazie!