Se addirittura la Commissione Europea si è mossa per porre rimedio urgente e significativo vuol dire proprio che la questione oltre che seria è anche grave. Per dirla tutta e quindi renderla ancora più preoccupante è stata definita “una vera minaccia per la coesione e la stabilità delle nostre società e per le istituzioni democratiche”.
Insomma da starci seriamente attenti o come si dice familiarmente stare sul chi va là senza mai abbassare la guardia. Le false notizie, le bufale o per essere internazionali le fake news si annidano come vespe nei meandri più insoliti e senza preavviso irrompono spargendo veleno, inquinando il vivere sereno.
Tocca farci i conti giornalmente e quando meno te l’aspetti a proporti le bufale sono persone che conosci molto bene, che stimi e che non immagineresti mai come vittime di un qualsiasi raggiro. Invece circa una settimana fa tramite whatsapp mi arriva una notifica che riguardava un eventuale avvistamento di cane abbandonato da segnalare ad un numero verde o ad un cellulare.
Inizialmente non lo avevo letto con attenzione, l’ho fatto solo in un secondo momento quando la stessa persona mi ha detto che si trattava di una bufala e si scusava per l’imperdonabile svista. Tra persone amiche ci si perdona tutto, ma chi sta dietro a questa redditizia finzione gioca anche sul fatto che i messaggi hanno oggi una diffusione rapida e massiva, che non si ha il tempo di verificarne l’autenticità e soprattutto non se ne ravvede la necessità quando la notizia viene inviata da un contatto conosciuto, una persona di cui ci si fida.
E senza neanche rendercene conto diventiamo il vettore ideale attraverso il quale spargere il virus più letale e anche più pericoloso perché è infido, insidioso, silenzioso, veste i panni rassicuranti di una nonnina che dà consigli, che prepara succulente merende e che vuole solo il tuo bene.
In realtà chi muove i fili di questo gioco planetario si frega le mani, pensando quanto sia stato facile fare profitti non solo economici, e di quanto sia facilmente influenzabile la popolazione mondiale. La quale non spende neanche un attimo del suo tempo per verificare che ciò che sta inviando al familiare, amico o conoscente sia una notizia che potrebbe effettivamente cambiargli in positivo la vita o, e qui viene il bello, rivelarsi pericolosamente dannosa.
I motivi di tale inquietante gioco di società in cui i vincenti sono quelli che mettono in piedi l’informazione, la confezionano e la diffondono a regola d’arte sono certo legati al guadagno, ma non solo. Se telefono ad un numero fasullo creo profitto a qualche malintenzionato, se vado su internet attraverso un collegamento e magari inserisco i dati della carta di credito rischio che altri la esauriscano a mie spese. Purtroppo questa è solo una piccola parte dell’enorme rete delle informazioni false e tendenziose.
Basti pensare alle dicerie o pettegolezzi che riguardano la reputazione di una persona, storie inventate e alimentate da un sentimento negativo che passano di bocca in bocca e lentamente screditano, fanno terreno bruciato attorno ad un nome senza che gli untori si siano neanche mossi dalla loro poltrona.
E anche quelli che dicono di non essere influenzati da quanto arriva alle loro orecchie, in realtà hanno una mente più laboriosa delle intenzioni, che, nei meandri più profondi della coscienza, ha costruito un poco democratico pregiudizio dal quale l’ignaro destinatario dovrà continuamente difendersi.
Il meccanismo della diffusione mediatica delle bufale è il medesimo e riguarda tutti gli ambiti anche quelli piuttosto insidiosi dell’alimentazione e della salute. Qui i danni sono pesanti e non è stato ancora esaurito l’effetto domino di informazioni prive di evidenza scientifica che hanno creato il pregiudizio su alimenti o ancor peggio farmaci salvavita.
Bisogna ammetterlo, è stato un gioco al massacro, una vera e propria demonizzazione di questo o quell’alimento, che ha portato in massa ad un’eliminazione totale dalla dieta senza che tutte queste teorie fossero supportate da uno straccio di evidenza scientifica. Pare che il glutine, la farina bianca e il latte siano stati quelli più massacrati e su quest’ultimo si è scritto addirittura che provocasse il cancro.
Ho voluto vedere io stessa quanto fosse facile smentire la notizia che creava attorno a questo alimento un’infamante reputazione. Esiste un elenco di sostanze dimostratisi realmente cancerogene stilato dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e non solo il latte non è contemplato, ma chi ne esce male è la carne, soprattutto quella lavorata, che se consumata tutti i giorni si rivela piuttosto pericolosa.
Ricordiamocelo quando ci troviamo davanti al banco dei salumi o in procinto di comprare l’ennesima bistecca. Astenendoci compiremo un atto di clemenza verso noi stessi e il pianeta.
Credo che dovremmo cominciare a fare esattamente questo, prima di buttarci senza regole nella rete della diffusione compulsiva, prendiamoci del tempo per pensare e verificare, il tempo che i burattinai sperano di avere dalla loro parte, che crea scompiglio e fa cadere le certezze.
Quello necessario a creare falsi miti, il tempo che serve per raggiungere il proprio scopo.